
“L’APPELLO”
- Martina Carlesso
- Libri
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“L’appello” di Alessandro D’Avenia
Mondadori Libri
Età di lettura: da 13 anni
“Non sapevo fosse cieco, è sicuro di voler accettare l’incarico annuale?”
Chi deve rispondere a questa domanda è Omero Romeo, cieco assoluto dall’età di 40 anni, insegnante di scienze convocato per una supplenza annuale presso una scuola superiore.
La classe che gli verrà affidata è una quinta, un po’ “sfortunata”, riferisce il preside, “è un miracolo che siano arrivati alla maturità”, sottolinea.
Prima di entrare in classe il professor Romeo conosce la signora Patrizia, assistente tuttofare innamorata del suo lavoro ma soprattutto dei ragazzi. Patrizia accetta con entusiasmo di fare da guida al professore
“Ma certo! Non c’è niente che mi sfugga! Sarò la sua spia…”
Alla richiesta dell’insegnante di conoscere il segreto per conquistare la classe, Patrizia risponde: “Bisogna voler loro più bene di quanto riescano a volerne a se stessi”
Insomma, le premesse non sono esattamente incoraggianti, il professor Romeo ha capito che avrà a che fare con un gruppo “bello tosto”...ciò nonostante non ha dubbi, accetta l’incarico e si dirige convinto verso l’aula assegnata, accompagnato da Patrizia ovviamente!
Il primo incontro con i ragazzi viene raccontato in maniera dettagliata dall’autore e particolare attenzione viene dedicata alla descrizione della modalità con la quale il professore effettuerà giornalmente l’appello.
“Dal momento che io non posso vedervi, dal vostro nome dipenderà la vostra stessa vita, come nella tavola periodica la posizione dell’elemento dal numero atomico…ciascuno di voi si alzerà e scandirà il suo nome…dopo racconterete che cosa lo definisce meglio, come se doveste descrivere un minerale nelle sue manifestazioni essenziali…”
E questo raccontarsi dipenderà dalla domanda che il professore porrà quotidianamente ai ragazzi, ad esempio
"nell'appello di oggi mi racconterete il vostro orizzonte degli eventi, ciò che inghiotte la vostra luce e dal quale vorreste tenervi lontani, ma la cui forza di gravità è talmente forte che è impossibile sottrarvisi. Cominciamo?”
Inizia un percorso lungo un anno scolastico, che permetterà al professore di conoscere in maniera sempre più approfondita ogni studente ma che, soprattutto, consentirà ad ognuno di loro di fare un viaggio nel proprio essere più intimo, alla scoperta di sfaccettature e sfumature a volte sconosciute anche a loro stessi. Qualcuno troverà il coraggio di svelare a tutti un proprio talento, qualcun altro per la prima volta sentirà di “valere abbastanza”, altri ancora riusciranno finalmente a raccontare il proprio passato senza vergognarsi e senza temere il giudizio dei compagni.
L’intero romanzo dà un nuovo significato alla pratica dell’appello, intesa qui come valorizzazione del singolo, stare ad ascoltare quello che ciascuno ha da dire, scoprirlo giorno dopo giorno.
Questo nuovo modo di “chiamare” i ragazzi oltrepasserà la soglia dell’aula, se ne parlerà in tutta la scuola e anche oltre. Il fenomeno sarà accolto con entusiasmo ma non mancheranno forti critiche al professor Romeo.
Pensate che questo scalfirà le sue convinzioni convincendolo a fare dei passi indietro?
“Al nostro nome rispondiamo: PRESENTE! perché accende tutto il nostro destino come un interruttore fa con la luce”
“Non si può rispondere al proprio nome per abitudine, ma per inquietudine”
Buona lettura!
a cura di Martina Carlesso