
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
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SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE di Luigi Pirandello
Tra le più grandi opere teatrali di Luigi Pirandello, spicca sicuramente Sei personaggi in cerca d’autore. Il testo è basato sulla tecnica del “Teatro nel Teatro”, infatti prevede che un gruppo di attori metta in scena la storia di un allestimento teatrale.
Il dramma teatrale fu rappresentato per la prima volta nel 1921 al teatro Valle di Roma ed è in programma anche per questo Sabato 8 Maggio su Rai5 alle ore 21.15, nella versione diretta ed interpretata da Michele Placido.
Luigi Pirandello nacque a Girgenti (diventata Agrigento solo in epoca fascista) nel 1867 e si interessò fin da piccolo a fondamenti di natura filologica e letterale. Nel 1894 sposò Antonietta Portulano, figlia del socio d’affari del padre. Essi trascorsero una vita agiata e felice, ma quando caddero in una crisi economica, la difficile situazione che furono costretti ad attraversare influenzò moltissimo la sua produzione artistica.
Nel 1934 Pirandello vinse il premio Nobel per la letteratura. Mori a Roma nel 1936.
Il grande successo che oggi associamo a Sei Personaggi in cerca d’autore non venne riscontrato alla prima rappresentazione del 1921, anzi all’epoca fu un fiasco clamoroso. Successivamente la rappresentazione acquistò un maggior consenso fino a trionfare nel 1923 al teatro degli Champs-Elysées a Parigi.
La trama dell’opera vede come protagonisti sei personaggi che rivendicano l’impossibilità di esprimersi, di comunicare e di poter aver contatto con ciò che governa il mondo. Essi rivendicano dal loro autore una vita vera, una vita costruita al di fuori della immutabilità e invariabilità dell’arte.
La tragedia si apre con la comparsa di una compagnia di attori che stanno provando la commedia Il giuoco delle parti. Durante lo svolgimento dell’azione entrano in scena sei personaggi, i quali implorano il Direttore di poter raccontare la loro storia e dare voce al loro dramma familiare.
La vicenda, quindi, si capovolge e i personaggi raccontano la loro storia al fine di farla rappresentare agli attori già presenti in scena. Ecco la grande invenzione della tecnica del Teatro nel Teatro.
I personaggi, privi di nome, sono concepiti e rappresentati come un Padre, una Madre, un Figlio, la Figliastra, la Bambina e il Giovinetto. Il Padre si è separato dalla Madre dopo aver dato alla luce il Figlio; la Madre, dopo la separazione, intreccia una relazione con il segretario che lavora in casa loro e dal quale ha altri tre figli: la Figliastra, la Bambina e il Giovinetto.
La Madre, dopo la morte del suo nuovo compagno (il Segretario), è costretta a lavorare come sarta presso l’Atelier di Madama Pace. In questo luogo sono costrette a prostituirsi molte donne, tra cui la Figliastra. Un giorno, essendo il Padre un cliente abituale dell’Atelier di Madama Pace, rischia un rapporto di incesto con la Figliastra che non aveva riconosciuto. Fortunatamente, grazie all’intervento tempestivo della Madre, si evita quello che sarebbe stato un vero e proprio “disastro”.
Turbato, pentito e imbarazzato da quanto stava per accadere, il Padre decide di riaccogliere nuovamente sotto la sua dimora la Madre, la Figliastra, il Figlio e il Giovinetto, provocando però un clima difficile, di continui contrasti e di convivenza insostenibile.
I sentimenti inscenati come la vergogna, il dolore e il rimorso, accompagnano lo spettatore alla tragica conclusione della vicenda, la quale tuttavia lascia nel pubblico il dubbio che sia l’ennesima finzione scenica e che in realtà la Bambina non anneghi davvero nella vasca del giardino e che il Giovinetto non metta fine alla propria vita sparandosi.
L’ opera teatrale è ricca di significati che stimolano la riflessione e si pone nell’ottica di coinvolgere il pubblico, il quale non è passivo ma spettatore attivo della messa in scena.
A cura di Claudia Bernardi