INSPIRO, ESPIRO... E MI CONCENTRO!

    INSPIRO, ESPIRO... E MI CONCENTRO!

    Vi capita mai di iniziare a fare una cosa e ad un certo punto perdervi nei vostri pensieri per poi accorgervi e rendervi conto di aver combinato poco o nulla?

    Questo succede perché l'attenzione è limitata e le capacità che la controllano (le cosiddette funzioni esecutive) necessitano di notevole dispendio energetico.

    L'attenzione è un processo cognitivo estremamente complesso, definito come la capacità di:

    • orientare le proprie risorse mentali verso oggetti od eventi;
    • ricercare in modo selettivo informazioni su cui dirigere la nostra condotta;
    • mantenere in modo vigile il controllo su ciò che diciamo, ciò che facciamo e così via.

    Data la sua caratteristica di selettività è comprensibile che il continuo bombardamento di informazioni da più fonti, alcune delle quali inattendibili e confusive, renda fragile la capacità attentiva e crei uno stato di smarrimento. 

    Questo vale sia per gli adulti, ovviamente più inclini a preoccuparsi per la salute e per le questioni economiche, ma vale altrettanto per i più piccoli, perché si trovano catapultati in un'esperienza surreale e difficile da capire e da gestire.

    Le neuroscienze hanno dimostrato che tra le metodiche utili al miglioramento delle capacità attentive si colloca la mindfulness.

    Mindfulness è una parola composta di lingua inglese e significa letteralmente attenzione cosciente, consapevolezza. Questa metodica ricorda per certi versi le pratiche meditative ed è incentrata sul prestare attenzione ai propri pensieri, azioni, emozioni e impulsi, restando concentrati sul presente.

    Numerosi studi (tra i quali: Chiesa et al., 2011; Segal et al., 2002; Kabat-Zinn, 1990) dimostrano che praticare la mindfulness con costanza aumenta la capacità di dirigere volontariamente l’attenzione alle esperienze del momento presente, migliora l’attenzione selettiva, esecutiva e sostenuta.

    In particolare i ricercatori del Center for Mindfulness della University of California in San Diego hanno indagato come questa pratica di consapevolezza sia in grado di migliorare la memoria e l’attenzione, contribuendo ad aumentare le prestazioni anche nel campo dell'apprendimento.

    Attraverso la mindfulness i bambini imparano a capire cos’è l’attenzione e come funziona e soprattutto, attraverso l'allenamento, imparano a tornare sul loro focus attentivo dopo essersi distratti.

    Vediamo dunque un esercizio di Mindfulness: la focalizzazione sul respiro.

    Questo esercizio è adatto sia agli adulti che ai bambini e non richiede nulla in particolare. Ci basta il nostro corpo, la nostra attenzione, l'ascolto e, per chi vuole, un sasso.

    Quando abbiamo trovato una zona della casa tranquilla e silenziosa e siamo pronti ad iniziare la pratica, ci stendiamo a terra sul tappetino di yoga (in alternativa va benissimo un asciugamano da spiaggia) in posizione supina. Possiamo scegliere se chiudere gli occhi o tenerli aperti. C'è chi riesce a lasciarsi andare maggiormente con gli occhi chiusi e chi invece si sente a disagio. Non c'è un modo giusto o uno sbagliato, l'importante è ascoltarsi e fare quello che ci suggerisce il nostro corpo, senza giudicarci.

    Una volta trovata la posizione iniziamo a concentrarci sul respiro, notando ogni inalazione e esalazione. Possiamo osservare il respiro sia prestando attenzione alle narici e alle sensazioni che ci fanno provare, come il cambio di temperatura tra l'aria in entrata e quella in uscita, sia prestando attenzione al ventre che si alza e si abbassa. Le prime volte è normale avere difficoltà a notare questi cambiamenti per cui ci può essere utile posizionare un sasso sulla pancia. Il sasso ci aiuterà a focalizzarci in modo più immediato sui movimenti del ventre ad ogni respiro. È indicato soprattutto con i bambini sia perché è un modo più giocoso per avvicinarli alla meditazione sia perché risulta loro più facile avere un oggetto materiale su cui rivolgere l'attenzione.

    Ora che abbiamo capito su cosa indirizzare i nostri pensieri, cerchiamo di essere consapevoli di ogni respiro per la sua intera durata cercando di non controllarlo, osservandolo soltanto. Se il respiro diventa più leggero lasciamolo essere leggero. Se cambia il ritmo e diventa più veloce o più lento, assecondiamolo. Il respiro si regola autonomamente. Ogni volta che vi accorgete che la vostra mente si è distratta, riportatela al vostro respiro. All'inizio succederà spesso di girovagare con la mente, è normale, ma con l'allenamento si diventerà sempre più consapevoli di quando accade e saremo sempre più veloci a far tornare l'attenzione sul respiro.

    Questo semplice esercizio può essere svolto sia da stesi sia nella posizione del loto, ovvero quella in figura.

    Si suggerisce di fare almeno 5 minuti di esercizio di consapevolezza prima di mettersi a studiare e/o lavorare e ogni qualvolta se ne senta la necessità, ricordandosi che l’importanza di una pratica giornaliera.

    Buona consapevolezza!

    www.mindfulnessitalia.it

    Centre of Mindfulness - UC San Diego https://medschool.ucsd.edu/som/fmph/research/mindfulness/Pages/default.aspx

    A cura di Manuela Ferronato 


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