IL RITORNO DEI PUZZLE

    IL RITORNO DEI PUZZLE

    Durante questo particolare periodo le persone, all'interno delle loro case, cercano di ricomporre i pezzi del loro vissuto quotidiano rispolverando vecchi o scoprendo nuovi interessi. 

    Per le famiglie può essere un momento di condivisione e riscoperta del legame famigliare;

    cosa meglio di un puzzle può aiutare in questo?

    Comporre un puzzle è divertente, ma anche impegnativo ed ha molti vantaggi sia per la salute e la mente degli adulti che dei bambini.

    Per i piccoli è un modo per allenare le abilità spaziali e quelle di motricità fine, nonché la coordinazione oculo-manuale. Fare un puzzle permette anche di potenziare la capacità di problem solving e di esplorazione sistematica, la concentrazione e la memoria a breve termine. Tutte funzioni e capacità che hanno poi una ricaduta a livello scolastico.

    I puzzle possono aiutare a stimolare anche la creatività oltre che a rilassarsi, allontanando ansia e pensieri negativi e favorendo il raggiungimento di una maggior sensazione di benessere. 

    Pochi sanno che anche in passato i puzzle sono stati un passatempo molto popolare in un periodo di difficoltà. Si diffusero molto durante la Grande depressione, negli anni Trenta negli Stati Uniti.

    I primi puzzle furono realizzati e venduti nel Regno Unito nel XVIII° secolo. Erano fatti di legno e come figura, una volta ricomposti, mostravano delle carte geografiche. Erano pensati come strumenti didattici per aiutare i bambini a familiarizzare con la geografia.

    Il nome originale, usato a partire dal 1880, era jigsaw puzzle; puzzle perché era ritenuto un  ‘rompicapo’ e  jigsaw perchè era realizzato con l'uso di un particolare tipo di ‘seghetto’ .

    Il termine completo viene utilizzato ancora oggi nei paesi anglosassoni.

    Il principale soggetto, per parecchio tempo, fu la carta geografica, ma poi vennero introdotte altre raffigurazioni come eventi storici o scene bibliche, ma utilizzate sempre a scopo educativo.

    I primi puzzle non avevano un numero elevato di pezzi (50 o meno), in quanto erano fatti a mano, erano realizzati con materiali costosi ed erano destinati ai bambini.

    Inoltre sulle scatole non era riprodotta la figura rappresentata sul puzzle, questo perché si pensava che ricostruire qualcosa senza sapere che forma avesse, fosse parte della difficoltà del gioco, al contrario conoscere l’immagine in partenza era come ‘barare’.

    Nella seconda metà dell’Ottocento si passò a produrre puzzle meno costosi, fatti di legno meno pregiato e questo permise una riduzione dei costi. In questo modo aumentò il numero di persone che poteva permettersi il loro acquisto.

    Nel Novecento, prima nel Regno Unito e poi negli Stati Uniti, i puzzle non furono più prodotti solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Le scatole con le immagini sopra furono diffuse solo negli anni Trenta.

    Negli anni Sessanta si cominciò a produrre puzzle di cartone e aumentò il numero massimo dei pezzi fino a 500 o 1.000, per arrivare ai 2.000 negli anni Settanta.

    Il primo puzzle da 5.000 pezzi fu realizzato da Ravensburger nel 1977.

    Vi lasciamo con una piccola curiosità: il puzzle più grande del mondo fu assemblato nella piazza centrale di Ravensburg in Germania il 28 settembre 2008, da oltre 15 mila persone che incastrarono 1.141.800 pezzi.

    A cura di Marta Casagrande

    https://www.ilpost.it/2020/04/05/puzzle/


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