LA PASSIONE DI CRISTO NELLE OPERE DEL CARAVAGGIO

    LA PASSIONE DI CRISTO NELLE OPERE DEL CARAVAGGIO

    Michelangelo Merisi detto Caravaggio nasce a Milano verso il 1571, la data non è sicura. Inizialmente si pensava che l’artista fosse nato a Caravaggio un paese vicino a Bergamo di cui era originaria la sua famiglia.

    Trascorre la sua infanzia a Milano dove la sua formazione è influenzata dal colorismo veneto e dall’importante figura del Cardinale Borromeo. All’inizio della sua attività si trasferisce a Roma e lì inizia a lavorare nella grande bottega del cavalier D’Arpino, bottega tra le più grandi dell’epoca dove gli artisti erano smistati per genere: ritratti, nature morte, paesaggi… Il Caravaggio in questa scuola si specializza nella natura morta.

    Nell’ambiente romano viene notato e accolto dal Cardinale del Monte che diventa il suo mecenate e dal quale viene introdotto nell’ambiente delle committenze.

    Tra il 1599/600 gli viene assegnata una committenza pubblica nella cappella Contarelli, all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi. Per questa cappella Caravaggio dipinge 3 tele (Caravaggio non usa mai la tecnica dell’affresco). Queste tele hanno come soggetto le storie dell’apostolo Matteo: il martirio, la vocazione e San Matteo con l’Angelo.

    Dopo questa commissione pubblica ne segue un’altra in Santa Maria del Popolo nella cappella Cerasi, anche qui avremo altre due tele con tema simile alle precedenti: la vocazione di San Pietro e la morte di San Pietro. Accanto a queste opere pubbliche continua a dipingere tele come “ Morte della Vergine”, “ San Gerolamo” ecc…Mentre si affermava come artista conduceva una vita disordinata, un po’ immorale, dipingeva giorno e notte fino allo stremo e passava da una taverna all’altra ubriacandosi. Aveva anche un carattere rissoso, ribelle e nel 1606 uccide un suo rivale in una disputa dove lui rimane ferito. Gli ultimi quattro anni della sua vita li passa così fuggendo da Roma spingendosi sempre più lontano perché si sente braccato. Va a Napoli, poi si rifugia a Malta, dove crea ancora disordini, poi va in Sicilia. Durante queste sue fughe viene aiutato da diverse persone che lo stimavano come artista nonostante la sua vita dissoluta e che cercheranno anche di fargli avere la grazia.

    Dalla Sicilia torna a Napoli e poi va in Toscana.
    Morirà nel 1610 di malaria poco prima di ricevere la grazia. 

    A cura di Federica Comunello


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